domenica 22 gennaio 2017

Berlino tra classico e moderno: un viaggio nel viaggio della città

Berlino è sempre stata uno dei miei sogni nel cassetto. Viverci? Lavorarci? Visitarla? Di certo avrei voluto visitarla e l’ho fatto! Ricordo che anche al primo anno di Università, durante il corso di Storia dell’Architettura, si raccontava di Berlino. Da quel momento mi sono promessa di “incontrare” la capitale tedesca che annovera diversi esempi di architettura classica e moderna di tutto rilievo. Sebbene abbia dei rimpianti per le cose che ho dovuto trascurare nel breve soggiorno a disposizione, ho fatto delle scelte dettate dalle mie preferenze.
Consiglio a tutti vivamente di percorrere a piedi la città almeno per un giorno. Passeggiare a Berlino semplicemente guardandosi intorno ne lascia percepire la storia, quella di una città ancora oggi tra i più grandi cantieri d’Europa che conserva, al contempo, le  “tracce della divisione” i cui “resti” sono ancora evidenti, come la Galleria del Lato Orientale  (East Side Gallery), il maggior tracciato rimasto in posizione originale del Muro di Berlino, interamente ricoperto di graffiti riguardanti il tema della caduta del muro.


Passeggiare in città attraversando la storia di Berlino è il viaggio del viaggio che consiglio, dopo il quale, suggerisco di segnare sul vostro percorso delle tappe obbligate, tra queste, senza dubbio, quella del Palazzo del Parlamento (Reichstag-Bundestag) in piazza della Repubblica, progettato da Paol Wallot, la cui cupola fu drasticamente danneggiata durante la guerra e ricostruita dall’architetto inglese Norman Foster





La cupola, che copre la sala del Parlamento, presenta al centro un enorme imbuto vetrato nel quale è presente un impianto di recupero di calore che riscalda l’edificio. Non molto distante è il simbolo della città, la Porta di Brandeburgo (Brandeburger Tor) a confine tra i quartieri Mitte e Tiergarten.



Gli appassionati di arte e architettura non possono tralasciare l’Isola dei Musei (Museumsinsel), nel quartiere Mitte, che comprende cinque musei di fama mondiale, il Museo di Pergamo, il Museo Bode, il Museo Nuovo, la Vecchia Galleria Nazionale e il Museo Vecchio. Tra questi, dato il poco tempo disponibile, ho scelto di visitare il Museo di Pergamo (Pergamonmuseum) il cui nome deriva da “Pergamo”,  antica città Turca in cui sono state trovate gran parte delle opere esposte e il Museo Nuovo (Neuesmuseum) danneggiato durante la guerra, ricostruito in parte e restaurato da David Chipperfield, in cui, oltre a poter ammirare tutte le opere contenute, è possibile osservare un intervento di restauro culturalmente consapevole e tecnicamente avveduto dei corpi di fabbrica, in cui sono chiaramente distinguibili, anche ai meno esperti, le parti di nuova costruzione da quelle originarie parzialmente contraddistinte dai “segni” della distruzione, evidenti, tra gli altri, nel nerofumo delle colonne della grande hall centrale.





Vi consiglio inoltre di andare a vedere il Memoriale dell’Olocausto (Holocaust-Mahnmal) situato nel quartiere Mitte, progettato da Peter Eisemann, lo riconoscete subito dai quasi 3000 blocchi di cemento di dimensioni differenti disposti su un piano ondulato che creano un labirinto. Proseguendo la passeggiata vi consiglio di entrare nel Centro Documentazione, situato al piano sotterraneo del Memoriale, che fa da vero e proprio luogo del ricordo contenendo un’ esposizione permanente che racconta l’orrore dell’Olocausto.




Molti eventi Berlinesi sono legati alle piazze cittadine, vi consiglio di raggiungere  Postdamer Platz, porta di accesso alla nuova città costruita, in cui emergono il Daimler Chrysler di Kollhoff, la Torre della Sony e il Palazzo per uffici progettato da Renzo Piano e di dare uno sguardo ad Alexanderplatz, considerata storicamente il centro della parte orientale della città, originariamente area per il mercato di bestiame, che assunse poi il nome odierno in onore della visita dello zar Alessandro I a Berlino.

Se siete amanti delle viste mozzafiato fate un salto sulla Torre della Televisione (Televisiontower) che svetta elegantemente su Berlino, oltre ad essere un’ eccezionale opera di alta ingegneria.



Sebbene sia un architetto, consiglio agli amanti degli animali come me di dedicare alcune ore allo zoo (Zoologischer Garten), uno dei più grandi della Germania ed anche uno dei più forniti, ne vedrete delle belle!

Alcuni suggerimenti
Il senno di poi mi suggerisce di darvi alcune indicazioni per il viaggio:
-       - Pianificate un viaggio di almeno 5 giorni a Berlino e riuscirete a vedere gran parte della città.

-      - Dopo aver compiuto, come vi suggerivo, un giro a piedi della città, acquistate la Berlin welcome Card che oltre a fornirvi alcuni sconti sui prezzi dei biglietti di accesso ai monumenti e ai musei, vi consentirà di utilizzare gran parte dei mezzi disponibili ed ottimizzare i costi delle trasferte.

-       - Acquistate i biglietti di ingresso ai monumenti e musei, comodamente on-line, così eviterete le lunghe attese.

-      - Servitevi delle efficientissime audioguide presenti all’interno dei musei e dei monumenti che scegliete di visitare, vi guideranno in maniera mirata e confortevole alla conoscenza di ciò che osservate.

-         -  Macchina fotografica alla mano, ne avrete bisogno!


Il miglior consiglio che posso darvi però è quello di visitare Berlino sapendone vedere anche quello che non c’è più, sapendone intuire la realtà vera in cui i monumenti e gli eventi della città sono delle cicatrici sul volto della storia berlinese con una forte ed intatta capacità evocativa. Vi accorgerete che Berlino non è solo ciò che appare ma è, più di tutto,  una città nella quale è visibile anche ciò che non c’è più e che si è cercato di cancellare.





Romina Muccio

sabato 15 ottobre 2016

Mnèsicle intervista Pasquale Facendola / Kroplus

  KROPLUS, piattaforma telematica finalizzata alla valorizzazione del territorio e non solo. Ci spiega da cosa e come nasce questo progetto e quali sono gli obiettivi che intende perseguire?

L'idea di realizzare un progetto di valorizzazione del territorio nasce circa vent'anni fa quando ero studente universitario e già innamorato perso della mia terra. Poi gli studi e la mancanza di risorse hanno solo posticipato un impegno già preso inizialmente verso il mio territorio ed in seguito esteso a tutti i luoghi. Kroplus nasce in un periodo di forte congiuntura per dare una speranza agli attori dei territori che con tale progetto hanno la possibilità di riappropriarsi di un'identità dei luoghi che diventa opportunità di sviluppo. Tra gli obiettivi Kroplus si prefigge quello di incrementare un turismo culturale, sensibilizzando le attività produttive dei territori che sono il reale volano di investimenti.



L’articolo 6 del Decreto Legislativo 22 Gennaio 2004, n. 42 parla di valorizzazione del patrimonio culturale quale esercizio delle funzioni e disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio (…). Secondo Lei, in che misura la realizzazione di una piattaforma telematica come KROPLUS può contribuire a promuovere la conoscenza del nostro patrimonio culturale?

Il codice dei beni culturali e del paesaggio incentiva iniziative come la nostra sia da parte di enti pubblici che sotto forma di associazione di privati, ma personalmente mi ispiro anche alla Costituzione ove uno dei principi fondamentali è la partecipazione, ovvero indirizzo o sensibilizzazione ad effettuare scelte economiche tra cui la tutela e la promozione del territorio. In un mondo che è sempre più social ed interconnesso, KROPLUS si fa carico di concretizzare la partecipazione intesa non come una sorta di imposizione dall'alto piuttosto come curiosità e senso di appartenenza a partire dal basso.




Ci anticipa, se ce ne sono, iniziative in programma e che intende portare avanti tramite KROPLUS?
      
 Essendo KROPLUS un progetto giovane attualmente investe le proprie energie nel rendersi visibile al territorio mediante reperimento di tutte le informazioni utili ad arricchire i contenuti della piattaforma. Si valuteranno nell'immediato futuro iniziative culturali in forma diretta o con la collaborazione di associazioni; una cosa è certa, ci sono tante idee e cercheremo in ogni modo di poterle esprimere.


Chi sono gli attori coinvolti nel suo progetto e quali sono le eventuali figure professionali e non che si auspica possano contribuire a KROPLUS?

Attualmente partecipo e coordino in prima persona per verificare i processi e le funzionalità, ma a breve la piattaforma dovrà camminare con le proprie gambe ed alla redazione di KROPLUS spetterebbe il compito di verifica del rispetto dei contenuti e del codice etico. La piattaforma in fase di editing è aperta ad appassionati, liberi professionisti, enti culturali, associazioni ed operatori del settore. Devo ringraziare gli studiosi che mi stanno fornendo supporto immateriale in termini di consigli e informazioni ed il dott. Filippo Simone che sta collaborando mettendo a disposizione le sue esperienze in ambito commerciale ed organizzativo.






   Se dovesse dare uno slogan al Suo progetto quale sceglierebbe e perché?

   "Spazio e uomo nel tempo" perché sono le tre variabili correlate che generano la storia. Il progetto      KROPLUS prevede la geolocalizzazione delle attività umane nel tempo, dando anche risalto alle        tipicità ed alle tradizioni.


   Cosa ci dice sul brand scelto per KROPLUS?
   
   La scelta del brand è stata una delle fasi più travagliate, ovvero la necessità di condensare l'attività     da svolgere ed i valori relativi al progetto in simboli e parole. KROPLUS è la sintesi di “Kronos” e    “plus” ovvero una parola greca che tracci l'asse del tempo ed una parola latina che indichi tutto ciò      che c'è oltre il tempo, pertanto in KROPLUS ci sono le nostre origini, il presente ed uno sguardo al    futuro.




Cosa si aspetta che i visitatori colgano nel collegarsi a KROPLUS?

Ogni visitatore deve cogliere elementi distintivi che lo facciano sentire a casa nel momento in cui sceglie di visualizzare i contenuti relativi al suo territorio o che gli aprano nuovi scenari di conoscenza nel momento in cui sceglie di conoscere contesti culturali estranei al proprio. Personalmente preferirei utilizzare la parola "utente" al posto di "visitatore" per il concetto di partecipazione, KROPLUS è uno strumento che va usato e non una vetrina fine a sé stessa. L'augurio è che i nostri sforzi siano utili agli utenti che per noi sono duplice risorsa in termini di apporto di conoscenza e di incremento del turismo culturale.


a cura di Romina Muccio




Pasquale Facendola, ingegnere libero professionista, residente da sempre ad Altamura (BA), figlio di bracciante e casalinga. Appassionato sin da piccolo alle materie scientifiche e alla  tipicità dei territori locali, nel 2015 ha dato voce ed espressione ad uno dei progetti che coltivava sin dal periodo universitario, ovvero la promozione e la valorizzazione dei territori. Il progetto prende forma nel 2016 attraverso lo sviluppo e l’attivazione della piattaforma dinamica KROPLUS che sta suscitando interesse oltre che per i temi attuali anche per gli sviluppi futuri. 


www.kroplus.com

mercoledì 21 settembre 2016

L’ARTE CONTEMPORANEA E LA SUA SCHIZOFRENIA | recensione di Isabella Lisi



Maurizio Cecchetti, autore di saggi e libri quali ‘Edgar Degas. La vita e l’opera’ e ‘Pelle di Vetro. Il libro dell’antiarchitettura’, nella sua ultima opera ‘Mi ha dato nell’occhio. L’arte contemporanea e la sua schizofrenia’ raccoglie una serie di riflessioni sull’arte.
Il sottotitolo trae in inganno perché lo scrittore non indaga solo all’interno delle pieghe dell’arte contemporanea e non si sofferma solo sull’analisi dell’opera d’arte in quanto oggetto culturale. 

giovedì 15 settembre 2016

MNèSICLE riparte!



Sono passati tre anni da quando abbiamo costituito Associazione Mnèsicle: abbiamo sempre lavorato ai nostri progetti con grande passione e tanto amore verso la nostra città. Nel momento in cui abbiamo sentito l’esigenza di riflettere sul nostro operato e domandarci in che modo continuare il nostro lavoro ci siamo fermate:  fare l’architetto - e farlo a Napoli - presuppone una serie di requisiti imprescindibili tra cui l’amore folle verso questa professione e tanti, tanti sacrifici che spesso non lasciano la possibilità di seguire con la necessaria costanza altri progetti.

martedì 15 settembre 2015

On Expo | Piuarch

1. “Nutrire il pianeta, energia per la vita” è lo slogan di EXPO 2015. “ Condivisione dell’ energia” è uno dei concetti che, più di tutti, rappresenta il padiglione Enel da Voi progettato. Come è nata l’ idea progettuale?

Per il padiglione Enel, il tema era quello di dover raccontare (all’interno di un Expo legata all’alimentazione) l’approccio innovativo promosso da Enel di distribuzione e condivisione dell’energia attraverso una rete intelligente, la Smart Grid. Una distribuzione non più indifferenziata ma “demand response”, gestendo in maniera flessibile i consumi per essere più sostenibili.
Per il Padiglione Enel abbiamo voluto realizzare un intervento che rendesse visibile la Smart Grid che genera la diffusione dell’energia, essa infatti è alla base del pavimento e su di essa si innestano i vettori che vanno a creare il Padiglione. Uno spazio che non è contenitore, ma un microcosmo nel quale il visitatore può immergersi, scoprendo un’esperienza che ha anche un aspetto ludico.


2. Obiettivo di EXPO 2015 è definire soluzioni per alimentare l’ umanità in modo sostenibile che non significa una maggiore produzione di cibo bensì una gestione più smart delle risorse del pianeta. Anche la Smart Grid concepita da Enel non si occupa di produrre energia ma di migliorarne la distribuzione. In che modo il progetto del padiglione esprime l’intento di Enel per EXPO 2015?

venerdì 24 luglio 2015

OnExpo | Nicolò Riva



In qualità di Project Manager del Padiglione della Repubblica Ceca - opera del duo di architetti Chybìk+Kristof - ci descrive come è stato coinvolto in questo progetto e come lo ha gestito?

Il Commissario Generale della Repubblica Ceca, Jiří F. Potužník, aveva bisogno di un tecnico italiano – possibilmente architetto – con buona conoscenza dell'inglese, che fosse in grado di fare da interfaccia fra il team ceco ed EXPO. Il console ceco a Milano, che conosco da tempo e con cui sono legato da grande stima reciproca, conoscendo i miei trascorsi internazionali – ho lavorato per diversi anni come architetto e capo-progetto in Olanda – mi ha perciò segnalato al commissario, insieme all'arch. Francesca Aletti, specialista in architettura degli interni. 

La gestione del padiglione è stata una collaborazione fra Francesca e me, con Francesca a gestire la situazione in ufficio ed io maggiormente “sul campo”, nelle riunioni con il team di lavoro (Commissariato Generale, progettisti, ingegneri, costruttore, imprese) ed EXPO. Nella fase cantieristica, poi, ho rivestito anche il ruolo di “Technical Supervisor”, figura professionale incaricata di gestire il funzionamento del cantiere insieme al direttore-lavori e al capo-cantiere, e responsabile dei rapporti con il personale di cantiere EXPO.

Il progetto per il Padiglione si avvale di moduli Koma che prevedono un sistema di costruzione progressivo. Ci spiega in cosa consiste il sistema costruttivo adottato?

L'azienda KOMA ha sviluppato un sistema costruttivo modulare estremamente avanzato, che ci ha permesso di concludere il padiglione per primi: l'assemblaggio dei moduli è stato terminato in sole tre settimane. Ogni modulo, della dimensione di 9x3x3 metri e consistente in due impalcati e 4 montanti in acciaio, è stato prodotto in Repubblica Ceca nella fabbrica modello della KOMA, assemblato per controllare tutte le corrispondenze, smontato, impacchettato e spedito a Milano su camion di media grandezza. Una volta arrivato in situ, ogni modulo è stato ri-assemblato (operazione che richiede circa 30 minuti), e quindi sollevato con un'autogru nella sua posizione definitiva. 

mercoledì 1 luglio 2015

Ferronero, radiatori come installazioni d'arte

Quella di Ferronero è una storia che nasce a Zanzibar. Era il 2006 ed ero lì in vacanza. In una spiaggia ho incontrato casualmente Andrea Trambusti, fabbro e imprenditore fiorentino che portava avanti la tradizione della sua azienda di famiglia. Come succede in vacanza, quando il clima disteso facilita la creatività, abbiamo iniziato a parlare delle nostre professioni e delle possibili strade alternative che ci sarebbe piaciuto provare a percorrere. All' epoca lavoravo esclusivamente come architetto e, quasi per scherzo, ho raccontato ad Andrea uno dei problemi che talvolta affligge la categoria: il dover nascondere i termosifoni.